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L'intervista di Avis News nazionale al Presidente Avis Valle d'Aosta Pier Paolo Civelli

21 marzo 2022

AVIS NEWS  dal SITO NAZIONALE AVIS www.avis.it

Ecco l'intervista pubblicata da AVIS News sito Avis nazionale al Presidente regionale Valle d'Aosta Pier Paolo Civelli

Pier Paolo Civelli_2Pier Paolo Civelli

Comunicazione, lotta alle fake news e responsabilizzare i dirigenti sull’avere a cuore i valori di cui è portatore ciascun donatore. Sono queste le linee guida che caratterizzeranno il mandato di Pier Paolo Civelli come presidente di Avis Regionale Valle d’Aosta. Un mandato che vede nel 2021 un anno positivo perché, spiega, «gli effetti benefici della chiamata programmata si sono avvertiti sul numero di donazioni di sangue e plasma che non hanno risentito dell’emergenza Covid. Qui da sempre la raccolta avviene in ospedale e anche in termini di carenza di personale non abbiamo mai riscontrato difficoltà». L’autosufficienza non è mai stata in discussione e nemmeno le compensazioni interregionali con la Sardegna, che hanno visto la Valle d’Aosta inviare le scorte in eccedenza per assicurare terapie salvavita ai pazienti talassemici: «Le campagne di comunicazione ci hanno aiutato, compresi alcuni progetti che stiamo portando avanti come il percorso di accompagnamento post gravidanza per consentire alle donne di ricominciare a donare». Il rapporto con l’esterno, la capacità di comunicare e raccontare cos’è e cosa fa Avis: non è un caso se lo scorso febbraio l’associazione ha ricevuto il Premio regionale del volontariato per i suoi progetti di comunicazione e di digitalizzazione del rapporto con il donatore. E Civelli lo sa bene: «Lo smart social working associativo è la chiave per compiere quel salto in avanti che manca da un po’. Occorre aiutare le sedi comunali ad accrescere quelle competenze che possano servire anche a gestire riunioni a distanza. Avis deve essere smart perché sono i giovani ad esserlo e non possiamo pensare a un ricambio generazionale se non adeguiamo il nostro livello di coinvolgimento al linguaggio e agli strumenti di oggi. Servono nuove forme di aggregazione, nuovi modi di parlare e di stimolare, altrimenti si resta legati al passato». Ma i giovani quindi ci sono? Si interessano alla vita associativa? «Noi siamo una realtà piccola e a differenza di altri territori non possiamo concederci la possibilità di far fare un periodo di prova a una ragazza o a un ragazzo per capire se Avis piaccia o meno. Qui le nuove generazioni sono abituate, parallelamente allo studio, a portare avanti diverse attività – conclude – che si tratti di sport, teatro o iniziative sociali. Poter portare il nome dell’associazione in tutto questo per noi è già un grande risultato».

Fonte: avis nazionale